
Pesca e Cirilla, ve le presento
Ovvero le due nuove coinquiline. Nerdy Cat ha ufficialmente due micie. E non poteva essere più felice
Si può fare!
Prima di adottare Pesca e Cirilla, due piccole pesti, non sapevo se sarebbero andate d’accordo tra di loro. Si trovavano, infatti, all’interno di due gabbiette separate al gattile ENPA di Monza (lo stesso in cui avevo adottato la piccola Bambina) e non appartenevano alla stessa cucciolata. Anche nel momento in cui sono state inserite nello stesso grande box-rifugio, per le prime settimane sembravano non calcolarsi minimamente.
Mi recavo spesso a trovarle durante la settimana e un giorno… Oh, miracolo! Le ho beccate mentre se ne stavano accoccolate assieme dentro la stessa cuccetta, con Cirilla (la bianca e grigia) che lavava il faccino a Pesca (la rossa). “Bene, almeno non si odiano!”, pensai.

Rimaneva ancora solo un problema che mi assillava: se Cirilla infatti girava libera per il box giocando e correndo, Pesca se ne stava sempre rintanata nella cuccetta, probabilmente troppo spaventata anche solo per venire fuori a farsi coccolare. Si sarebbe comportata così anche a casa? Dopo diverse settimane di corteggiamento, decisi di scoprirlo in maniera diretta, adottandole e portandole a casetta mia.
Io non mi muovo da qui
L’inserimento in un ambiente nuovo, per un gatto, è sempre traumatico. Provate a portare a casa un canetto e vedrete che nel giro di un’ora si sarà ambientato quasi del tutto, ma il gatto è diffidente per natura e se lo lanciate in un posto che non conosce penserà soltanto ad una cosa: l’omicidio. Per Pesca e Cirilla, visti i chiari di luna, non mi aspettavo nulla di diverso. Appena aperti i loro trasportini, sono schizzate fuori e si sono rifugiate sul ripiano della lavatrice, il quale è sovrastato da uno scaffale, creando così uno spazio abbastanza nascosto ma che permette al contempo anche una buona visuale su ciò che accade.

Inutile dire che i per i primi giorni le principessine dovevano essere servite delle pappe lì dove si trovavano, altrimenti non avrebbero mangiato sui tappetini e le ciotole che avevamo predisposto per loro, se fossero state in presenza mia e del mio compagno. Di notte, ovviamente, il discorso cambiava: venivano fuori dal loro nascondiglio, si aggiravano furtive per la casa, sgranocchiavano i crocchini e si rincorrevano giocando.
A distanza di circa 3 settimane le cose sono un po’ cambiate: Cirilla ha ormai preso possesso di quasi tutta la casa (lo studio è off limits perché le mensole ospitano una quantità tale di action figure che, se dovessero toccare il suolo, io finirei all’inferno all’istante), si aggira per le stanze liberamente, mangia nell’angolino che è stato predisposto per le pappe e non scappa (quasi) più quando ci incrociamo per le camere o tentiamo di coccolarla.

Riguardo Pesca… meh. Lei trascorre ancora gran parte della giornata a sonnecchiare su quello stupido ripiano della lavatrice, ma in compenso nelle ore serali viene fuori e si fa coccolare tantissimo, arrivando addirittura a saltare sul letto e addormentarsi accoccolata a me (cosa che quella stronza di Cirilla, invece, non fa ancora). Per il resto, è ancora bene non avvicinarsi a lei mentre gironzola per casa, perché è ancora terrorizzata dai passi e da queste figure alte alte che siamo io e il mio compagno.

Piccola nota a parte: giocano insieme, soprattutto rincorrendosi, ma per qualche motivo Cirilla deve aver dato un morso un po’ troppo deciso sul collo di Pesca causandole una piccola ferita sanguinolenta. Questo non ha impedito loro di continuare a rincorrersi, ma questo conferma ancora una volta che Cirilla è una scema. Ma la si ama comunque.
Sì, ma perché Pesca e Cirilla?
Quando ho visto Pesca e Cirilla per la prima volta mi sono innamorata subito, soprattutto della prima. Piccolissima, magrissima e fragilissima, era terrorizzata, ma con un po’ di coccole si lasciava andare alle fusa. Cirilla, invece, è sempre stata un po’ la stronzetta del duo: quando provavo ad avvicinarmi alla sua gabietta, soffiava come un treno a vapore (salvo poi diventare una grandissima ruffiana adesso che si trova a casetta). Tuttavia anche questa piccola peste era bellissima per me e un’adozione di coppia era diventata ormai un obbligo morale.

Al gattile le avevano soprannominate Fiammy e Bisou, ma quando il mio compagno ha proposto di chiamarle Pesca (per il suo colore rosso e rosa) e Cirilla (perché è una combattente come la Cirilla di The Witcher), non avevo alcun dubbio sul fatto che quelli fossero i loro nomi ideali.
Ho atteso un po’ prima di mostrarvele non tanto perché non ne avessi voglia, fossi scaramantica o altre cose del genere, ma perché non riuscissi mai a scattare una foto decente ad entrambe (come noterete soprattutto con Pesca). Adesso che ho abbastanza materiale fotografico, posso finalmente farvi vedere quanto sono belle (sono belle, sì?).

La morale della favola
La morale in tutto questo non è solo “adottate, non comprate” perchè, seriamente, non avete idea di quanti gattini si trovino nei rifugi, pronti per essere accolti in casa. Qui la morale è anche un’altra. Non importa quanto un gatto sia spaventato, diffidente, incazzato perché provate solo a coccolarlo o a porgergli un crocchino: quando farà ingresso in casa vostra, benchè lo consideriate solo il nuovo coinquilino, presto diventerà lui il padrone di casa.
Bè Pesca forse non ha ancora ben capito, ma Cirilla ormai ha preso possesso dell’abitazione (ed entrambe, dei nostri cuori) e non c’è più nulla che possiamo fare. L’ho anche sentita mentre telefonava al notaio…