
I beluga sono stati liberati. Ma c’è ancora molto da fare.
Tutti i beluga ed i cetacei tenuti prigionieri, in Russia, sono stati liberati. Finalmente.
La libertà, finalmente
Con un aggiornamento apparso sulla petizione lanciata ad inizio anno tramite la piattaforma Change.org, è stata dichiarata una grande vittoria nella giornata di ieri, 11 novembre. A tutti i beluga che erano stati catturati e tenuti segregati illegalmente in una prigione per cetacei a Srednyaya Bay, è stata restituita la libertà, dopo anni di prigionia.
I cetacei si trovavano in grandi vasche contenitive, detenuti in attesa di essere venduti ai parchi acquatici che si trovano principalmente in Oriente, nonostante ufficialmente dovessero essere utilizzati a scopi di ricerca. Grandi e meravigliosi mammiferi, intelligenti e nati liberi, costretti a vivere in uno spazio per loro angusto allo scopo di divertire, un giorno, il pubblico pagante.
Tuttavia, questa ingiusta prigionia è finita, documentata dalla coalizione animalista Free Russian Whales e da Greenpeace Russia: a bordo di un’imbarcazione a circa 500-800m, gli attivisti hanno potuto filmare in parte la liberazione dei 50 beluga rimasti, controllando al contempo che l’attività di liberazione procedesse correttamente.
C’è ancora molto da fare
Come riportato sulla pagina della petizione, è ancora ignoto il destino di 2 beluga, in quanto gli attivisti sono stati poi costretti ad allontanarsi dal luogo, con l’obbligo di non filmare ulteriormente. La richiesta, adesso, è che venga pubblicato un video dalla VNIRO (Russian Federal Research Institute of Fisheries and Oceanography) che mostri integralmente la liberazione di tutti i 50 cetacei. È stato indubbiamente compiuto un enorme passo in avanti, con la liberazione degli animali detenuti illegalmente da lungo tempo, sebbene vi sia ancora davvero troppo da fare.
A giugno di quest’anno, 8 orche erano state liberate, a seguito dell’intervento dello stesso Vladimir Putin, mentre altri 11 beluga avevano ritrovato la libertà in ottobre. Tuttavia, alcune immagini mostrano come i cetacei non siano stati trattati adeguatamente durante tutte le operazioni, per quanto riguarda la cura ed il trasporto – quest’ultimo, durato anche più e più giorni.
Com’è iniziata e come finirà?
Ad inizio anno, la petizione lanciata su Change.org aveva raccolto migliaia di consensi in poco tempo a livello globale, supportata e condivisa anche dall’attore e attivista Leonardo di Caprio. Durante tutto l’anno, sono stati pubblicati numerosi aggiornamenti e notizie relativamente alle grandi (piccole) vittorie ottenute di volta in volta. Tuttavia, la petizione è ancora aperta: numerosi piccoli di tricheco sono detenuti in vasche striminzite e arruginite e devono assolutamente ritrovare la libertà, come i loro fratelli cetacei.
Ma non solo.
Sebbene in tutti il mondo sono già i molti i delfinari che stanno subendo una chiusura, in Cina, al contrario, ne vengono aperti sempre di nuovi. È necessario, quindi, continuare a combattere affinchè vengano bandite per sempre la cattura e la detenzione di orche, balene, beluga, delfini ed altri animali marini, ma soprattutto affinchè i parchi acquatici non possano più compiere lo scempio dell’umiliazione e della prigionia di questi animali, solo per il nostro divertimento.
Per firmare e supportare la petizione, è possibile visitare la pagina a questo indirizzo: https://bit.ly/2X6OaHr
Fonte immagine: Release orcas and beluga whales from the “whale jail” in Srednyaya Bay